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RASSEGNA STAMPA - Archivio 2003

Amministrazione introdacquese e Crei vanno sulla costa adriatica
Pascal D'Angelo, convegno a Pescara
Proiezione del documentario di Stefano Falco e musiche etniche
di Neomisio Bonaventura

(15 dicembre 2003)

PESCARA - Nella sala consiliare del Comune di Pescara, alle 16.30, si è tenuto il convegno sullo scrittore di origine introdacquese diventato famoso dopo la sua emigrazione da Introdacqua negli Usa. Argomento: "La grande emigrazione abruzzese. Pascal D'Angelo, il poeta del piccone e della pala". Hanno introdotto Gianni Melilla del Crei (Comitato Regionale per l'Emigrazione e l'Immigrazione) e presidente del Consiglio comunale di Pescara e Stefano Falco (regista del documentario su Pascal D'Angelo). Sono intervenuti: Orlando Orsini (sindaco di Introdacqua), Costantino Felice (storico, Università D'Annunzio), Antonio Corbisiero (Centro Studi Pascal D'Angelo, Mercato S. Severino, Salerno), Patrick Guobadia (Associazione nigeriana immigrati). E' stato proiettato il documentario "Pascal D'Angelo, il poeta del piccone e della pala". Il Gruppo "Baobab" ha eseguito musiche etnico-africane.

Lo scrittore Pascal D'Angelo

Un brano del libro "Son of Italy"

"(...) E il miracolo accadde. All’improvviso il mio nome fu sulla bocca di tutti. Non passò molto tempo che il mio appello riuscì a riscuotere parecchi entusiasmi, e gli editori di due influenti settimanali americani si mostrarono interessati alle mie opere. Uno di loro era Henry Seidel Canby, direttore della rivista “The Literary Review”. Alcune mie poesie furono pubblicate. Seguirono i consensi di altre riviste. I giornali cominciarono a pubblicare la mia storia e di me si parlò in Europa e in tutta l’America. Per gli ambienti letterari mi trasformai in un caso di incredibile interesse, divenendo oggetto di grandi festeggiamenti, curiosità e attenzione. Da Boston fino a San Francisco mi giunsero lettere di congratulazioni e apprezzamenti. Ma fra tutte, le parole più sentite e sincere che mi scaldarono il cuore, furono quelle dei miei compagni, nel riconoscere che almeno uno di loro era riuscito a emergere dai fossi e dalle sabbie mobili di quel lavoro forzato per dare voce al cuore e gridare il suo messaggio al mondo là fuori.
E tuttavia più dolce sopra ogni cosa fu la felicità dei miei genitori i quali poterono avere la conferma che dopo tutto non ero diventato uno straccione, ma avevo lottato riuscendo ad arrivare lontano, il più lontano possibile dai profondi solchi di quella terra ingrata."

La copertina del libro di Jim Murphy "Pick & Shovel Poet,
The journeys of Pascal  D'Angelo"