Nel 2003 si è
ridotto in Abruzzo il tasso di disoccupazione rispetto all'anno precedente;
il Prodotto interno lordo (PIL) ha registrato una flessione dello 0,1%, a
fronte della crescita pari a +0,3% dell'Italia e del Mezzogiorno.
Sono solo alcuni dei dati che emergono, tra gli altri, dal voluminoso
"Rapporto sull'economia abruzzese del 2003", pubblicato come di consueto dal
Cresa, il Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali delle
Camere di Commercio d'Abruzzo, che ha sede all'Aquila.
Questo rapporto regionale, fatto a consuntivo dello scorso anno, segue
quello elaborato dal Centro Studi nazionale di Unioncamere, da noi
analizzato nel nostro articolo del 4 luglio
scorso.
Occupazione.
In regione il tasso di disoccupazione
è diminuito nello scorso anno di uno 0,9 per cento, passando dal 6,2% del
2002 al 5,3% del 2003.
Reddito.
L'Abruzzo risulta al penultimo posto per la formazione del reddito
nazionale: meno 0,3% contro una crescita dello 0,2% del dato italiano. Si tratta
di risultati che, secondo i ricercatori del Cresa, confermano una tendenza
già evidenziata nell'anno precedente: sulla flessione più recente ha inciso
l'andamento negativo dell'industria manifatturiera (-2,6%) e
dell'agricoltura (-8,7%), appena bilanciati dalle condizioni positive del
terziario (+0,9%) e delle costruzioni (+1,5%).
Esportazioni. Per quanto riguarda altri indicatori, l'economia
abruzzese evidenzia sintomi di relativa tenuta: sul piano delle esportazioni
il dato è lievemente migliore rispetto a quello nazionale (-2,5% rispetto a
-2,7%).
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PIL:
valore della produzione totale di beni e servizi dell'economia,
aumentata delle imposte indirette sulle importazioni e al netto dei consumi
intermedi, rappresenta la misura fondamentale dell'andamento dell'attività
economica. Misura la ricchezza prodotta da una nazione. Crescita del Pil
vuol dire espansione economica; una diminuzione, contrazione. |