Allo studio una strategia comune tra i Parchi per reintrodurre specie a
rischio |
(23 marzo 2005) |
Nuovi interventi di tutela per il camoscio
appenninico
In cantiere progetti per aumentarne
variabilità genetica e numero |
di Neomisio Bonaventura |
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30/01/2004:
Progetto sulla
tutela dell'orso nell'Appennino. Guardiamo l'orso da vicino
12/03/2004:
Tutela dell'orso, no ambientalista a nuovi impianti da sci sul monte Greco
12/05/2004:
Accordo tra i
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CARAMANICO - Si è svolto a Caramanico il 21 e 22 marzo il Convegno
internazionale "Dai progetti LIFE Natura ad una strategia comune per le
reintroduzioni di specie a rischio".
Hanno organizzato i Parchi nazionali del Gran Sasso e Monti della Laga,
della Majella e dei Monti Sibillini, con Legambiente.
Nel corso della manifestazione, che si è tenuta nell'ex Convento delle
Clarisse, sono stati presentati i risultati del LIFE Natura 2002
"Conservazione di 'Rupicapra pyrenaica ornata' nell'Appennino
centrale". Obiettivo: garantire la conservazione e lo sviluppo dei nuovi nuclei di
"camoscio appenninico" sui massicci del Gran Sasso e della Majella e
aumentarne la variabilità genetica e la consistenza numerica. Il progetto
prevede la realizzazione di una nuova area faunistica del camoscio
all'interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini.
Il progetto triennale è stato cofinanziato dall'Unione Europea, in linea con
l'action plan del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Patrimonio.
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Il camoscio
appenninico,
specie
a rischio
propria
dell'Abruzzo |
L'area d'intervento comprende per
intero gli habitat culminali di massicci montuosi del Gran Sasso, della
Majella e dei Sibillini: è localizzata interamente nei tre parchi
nazionali ed è caratterizzata dallo status di protezione comunitaria di SICp
(Sito d'Interesse Comunitario proposto).
Partendo dall'esperienza del camoscio, nel convegno si è discusso anche di
metodologie di reintroduzione di specie a rischio, con interventi di esperti
nazionali ed internazionali del mondo scientifico. In Abruzzo esistono circa
100 esemplari di quella che è una delle specie più minacciate del mondo.
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SCHEDA: il
camoscio appenninico. |
Identificazione |
Il camoscio
appenninico appartiene alla famiglia dei Bovidi. Si caratterizza per le
corna ricurve ad uncino di tessuto osseo, portate sia dal maschio che
dalla femmina, che non cadono mai ma che si accrescono gradualmente ogni
anno. Il mantello è chiaro in estate ma in inverno diventa marrone scuro
con una macchia chiara alla gola e due strisce laterali più scure, che
lo differenziano dal camoscio alpino suo stretto cugino. |
Comportamento |
Vive
generalmente in gruppi costituiti da femmine, maschi giovani e piccoli.
I maschi adulti invece conducono vita erratica e si avvicinano alle
femmine nel periodo degli amori che generalmente avvengono a metà
ottobre. La gestazione dura 23-24 settimane circa e verso fine
maggio-giugno le femmine si appartano per dare alla luce un camoscetto. |
Alimentazione |
E' un
erbivoro che si nutre di erbe che crescono nei pascoli d'altitudine
prediligendo quelli a Festuco Trifolietum thalii, comunità vegetale
molto ricca di proteine utile in particolare nel periodo dello
svezzamento. |
Habitat |
In estate
vive al di sopra dei 1700 metri in ambienti caratterizzati da pareti
rocciose intercalate a pascoli mentre in inverno scende nei boschi
sottostanti. |
Segni di presenza |
Escrementi
che però spesso si confondono con quelli di altri ungulati. |
Avvistamento |
E' un
animale di difficile avvistamento per la sua capacità di rifugiarsi in
zone montane impervie; se si vuole avere la possibilità di osservarlo ci
si può recare presso l'area faunistica di Lama dei Peligni dove è
presente un nucleo di 9 animali. |
Durata della vita |
10-15 anni e
forse più. |
Autore
della scheda: Dr.ssa Mirella Di Cecco, per il Parco della Majella
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